Quale arnia scelgo per le mie api?

Quale arnia scelgo per le mie api?

Aprile 4, 2021 Arnie 1
scelta dell'arnia

Quale arnia scelgo per le mie api? Se abbiamo deciso di diventare apicoltori dobbiamo anche decidere quale arnia vogliamo utilizzare per le nostre famiglie di api. 

Oggi, a differenza che nel passato, si usano le arnie razionali. Cosa significa razionali? Significa che dobbiamo avere la possibilità di ispezionare bene la famiglia e quindi i favi devono essere mobili e facilmente estraibili dall’arnia. 

In Italia le più utilizzate, sia dai professionisti che dagli hobbisti, sono sicuramente le arnie Dadant-Blatt. Queste arnie derivano da modifiche apportate a quelle di tipo americano Langstroth. 

Se decidiamo quindi di svolgere un’apicoltura tradizionale e non vogliamo complicarci la vita, è consigliabile utilizzare queste arnie. Sono le più semplici da reperire in commercio e lo stesso vale per tutti gli accessori o prodotti correlati come telaini o smilelatori.

Vediamo allora come è fatta un’arnia DB. 

La parte principale dell’arnia è il nido, cioè la vera casa della famiglia di api. E’ qui che si svolgono tutte le loro attività e da qui non andremo mai a prendere miele. 

Può avere fondo fisso o mobile (di solito è fisso) e prevedere o meno il fondo antivarroa (di solito lo prevede). Il fondo antivarroa è una rete metallica che favorisce la caduta di questo acaro su un cassettino facilmente ispezionabile. Nella parte anteriore del nido c’è un’apertura per il passaggio delle api. Quando parliamo di esposizione dell’arnia rispetto ai punti cardinali ci riferiamo proprio a questa apertura.

All’interno dell’arnia andremo a mettere i telaini che vanno appoggiati sugli appositi distanziatori. Le arnie possono contenere un numero variabile di telaini, di solito dieci o dodici. La cosa importante è che tra di essi ci sia una distanza di circa 8 mm. Questo è il cosiddetto “spazio d’ape”. Se le api trovassero uno spazio maggiore sarebbero indotte a creare ponti di cera tra un telaio e l’altro, se fosse inferiore lo propolizzerebbero. In entrambi i casi questo complicherebbe le nostre ispezioni. 

Nel periodo del raccolto sopra al nido si appoggia il melario (anche più di uno). Il melario nella DB ha le stesse dimensioni del nido ma la metà dell’altezza. Anche i telaini da melario quindi saranno grandi la metà rispetto a quelli del nido. Tra il nido e i melari si pone una griglia di metallo o di plastica che si chiama escludiregina. La sua funzione è consentire il passaggio alle api operaie ma non alla regina in modo che non deponga uova nel melario. Al momento della raccolta del miele (smielatura dei favi) si potrà utilizzare un altro accessorio che si chiama apiscampo. Permette alle api operaie di tornare al nido dal melario ma non di risalire. In questo modo, quando andremo a togliere i melari, non li troveremo pieni d’api. In alternativa si può usare il soffiatore che sposta le api dal melario.

Se invece di seguire l’apicoltura tradizionale preferiamo dedicarci ad un’apicoltura più naturale, l’arnia più usata in Italia è l’arnia Top Bar.

I sostenitori di questo tipo di arnia ritengono che aumenti il benessere delle api per vari motivi. Primo fra tutti la costruzione naturale dei favi. La cera sarà sempre pulita e non presenterà residui di trattamenti chimici (come accade con il riciclo della cera per fare i fogli cerei). Le api sono libere di costruire i favi come vogliono. Troveremo celle più piccole destinate alla covata da operaie, celle più grandi per i fuchi e celle più inclinate per il miele. Le api saranno libere di costruirli in base all’andamento della stagione e alle loro necessità.

Nelle db questo non può avvenire perché i fogli cerei che forniamo loro nei telaini sono prestampati e la dimensione delle celle è identica. Nella TB le api vengono disturbate meno dall’apicoltore perché si può controllare ogni favo singolarmente. Non si scoperchia tutta l’arnia, fattore questo che rende più gradevoli le visite anche per noi perché le api sono molto più tranquille. 

Mentre la DB ha uno sviluppo verticale (come abbiamo visto c’è il nido a cui vengono sovrapposti i melari) la TB ha uno sviluppo orizzontale. Le api costruiscono i loro favi in modo progressivo. Nei primi favi costruiti troveremo il loro nido e quindi favi misti con covata, polline e miele e successivamente favi di solo miele.

La TB è lunga circa 80 cm e alta 24. La larghezza nella parte in alto dove si appoggiano le barre è di 95 cm e nella parte bassa 15. Vista dal fianco ha la forma di un trapezio con la base minore in basso. Come detto non prevede telaini ma solo barre che vanno appoggiate sulle pareti lunghe una affianco all’altra. Le barre sono larghe 3,5 cm ma possono essere più strette se si prevede l’uso del listello di Gareth.

Un favo di TB è grande circa il 40% rispetto a quello della DB e di conseguenza è molto più maneggevole.

Io la trovo meravigliosa, la fragilità e la bellezza del favo naturale mi affascina sempre. Con i favi di queste arnie non è possibile l’uso dello smielatore. Questo perché non ci sono i telaini con il filo metallico che stabilizza e quindi si romperebbero. Per la raccolta del miele si preleva direttamente la porzione di favo. Si può procedere alla spremitura con le mani o con dei piccoli torchi e poi recuperare la cera. Meglio ancora, possiamo gustare direttamente il miele dal favo!

 

Una risposta.

  1. hotshot bald cop ha detto:

    I didn’t know that.

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